Mi guarda con la fretta negli occhi.
È veloce quando cammina e quando parla, ha il controllo: controllo sul menù, controllo sui clienti, controllo sui tavoli.
Anche gli occhi sono veloci, veloci a guardarsi in giro, ma soprattutto veloci a farti capire che le stai facendo perdere tempo.
Gli occhi parlano: - Allora hai deciso che birra prendere? - e mi mettono fretta: «Mi porti questa birra scura?»
La sua bocca dice: «Alla spina non è più disponibile, come scura abbiamo questa, che però è più forte, se no quella c’è in lattina, vuoi quella?» nel frattempo i suoi occhi urlano - Ci stai pensando troppo, deciditi. -
«OK va bene in lattina.»
«e voi?»
«ce l’hai una Weiss?»
«sì, c’è quella alla spina» - come scritto sul menù -
«e in bottiglia?»
«no, non teniamo più bottiglie, abbiamo sostituito tutto con le lattine.»
«ok la weiss alla spina.»
Prende tutte le ordinazioni, si allontana verso il bancone, ma dopo poco devia in maniera decisa verso la "Bionda Strana” per chiederle se vuole altro, probabilmente ha notato che era quasi a fine birra mentre stava parlando con noi.
La "Bionda Strana” è seduta da sola, guarda la partita di calcio e partecipa intensamente alla sofferenza di quella che credo sia la sua squadra, l'Inter.
Ha un dialogo diretto con l’allenatore, i giocatori, gli avversari e probabilmente anche con tutto il pubblico.
Riceve subito dopo di noi la sua nuova birra e beve con calma.
Quando la squadra fa qualcosa di giusto lei lo sottolinea con un urlo di approvazione, sottovoce però, se invece sbaglia lo fa capire a tutti tenendosi la testa con le mani, o mettendole sulle guance in una perfetta imitazione dell’urlo di Munch.
Come nel caso del quadro, anche il suo urlo, per fortuna, è silenzioso.
Si è accorta di noi, che guardiamo troppo: guardiamo troppo il locale, e guardiamo troppo lei.
Certe volte ci lancia un’occhiata quasi spaventata.
Di colpo lancia un esclamazione: «Ma se non l'ha neanche toccato! Ma vai a cagare». Ha una linea diretta anche con l’arbitro a quanto pare.
Guardiamo il replay, effettivamente non lo aveva neanche toccato.
La cameriera va fuori a fumare, ma prima si preoccupa per noi: «volete qualcosa?»
«no siamo a posto.»
Ci dice «ok» ed esce.
La "Bionda Strana" continua a guardare la partita, ma nel mentre registra messaggi vocali sul cellulare protetto da una cover rosa sbrilluccicante, illuminandosi la faccia.
Tra un messaggio e l’altro lo ripone in una piccola borsa dorata.
Mentre la partita volge al termine, i tifosi della squadra, presenti nel locale, lo abbandonano alla chetichella. Pare sia impossibile riprendersi dal 2 a 0 segnato in alto a sinistra sullo schermo e probabilmente non hanno voglia di sorbirsi gli sfottò degli amici ai tavoli.
Al termine il locale si svuota, molti vanno fuori a fumare.
Al bancone arriva un uomo enorme con in braccio un cane piccolissimo, Sara dice «Lui è enorme e il cagnolino è minuscolo, sarà per compensare?»
Lo guardiamo per un po’, quando mi giro mi accorgo che la "Bionda Strana" è sparita.
Prosit.
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