«Non ci credo!
Ma sei tu?»
«No, guardi, mi scambia sicuramente con qualcun altro.»
«Ma come no, sei Adelmo, Adelmo Saccardo, eravamo in classe insieme alle superiori, al liceo scientifico.»
«…»
«Ma sì, dai, ti chiamavo il merdina, eri un precisino del cazzo, mai un vestito fuori posto, sempre il primo ad arrivare e l'ultimo ad uscire, il primo ad alzare la mano, mai un voto che non fosse il più alto: se in una materia tu prendervi otto sapevo già che quello era il voto massimo che il professore avrebbe mai dato, il voto più basso invece lo prendevo sempre io.
Non ho mai capito perché volessi essere sempre al centro dell’attenzione, per colpa tua la mia vita era veramente difficile: tutte le professoresse avevano un debole per te dopo ogni interrogazione mi chiedevano -perché non sei come Saccardo?-
Però dai, lo ammetto, non eri così male: ti ricordi quante risate ci siamo fatti insieme?»
«No Beghelli non ci siamo fatti nessuna risata insieme.
Sì ti ho riconosciuto subito ma speravo che tu non riconoscessi me: le risate te le sei fatte tu picchiandomi, rubandomi i libri per venderli a due lire e obbligandomi a ricomprarli da quel negoziante di libri usati tuo amico che tutte le volte non voleva sentire ragioni e me li faceva pagare anche se sapeva benissimo che erano i miei.»
«Già, fino a che non hai denunciato me per furto e lui per ricettazione.»
«Cosa dovevo fare? Mi sono comprato i miei libri cinque volte. E dopo la denuncia non ti è passato neanche per la testa di smettere, hai solo cambiato tipologia di scherzi, me li facevi lo stesso, ma senza lasciare tracce.
Se non ricordo male uno dei tuoi scherzi preferiti era bloccare le porte dei bagni e mettermi il guttalax nel caffè subito prima della lezione di educazione fisica.»
«E tu ogni due o tre giorni andavi a piangere dal preside, bell'amico che sei stato.»
«Beghelli, noi non siamo mai stati amici.»
«Sei il solito esagerato, per qualche innocuo scherzo di gioventù.
Ma dimmi, tu che eri il primo della classe, che sei uscito col massimo dei voti, che se non ricordo male sei andato a fare l'università in America con una borsa di studio in business marketing, se non ricordo male hai fatto due o tre dottorati o “pi eic di” come dicono gli americani e poi?
Sei sparito, ovunque, anche dai social, di colpo. Sono almeno 5 anni che non so più nulla di te e alla fine dove ti trovo?
Tu, il genio dei geni, ora sei qui a servire caffè.
Io invece, che ero l'ultimo della classe ora ho un'agenzia che si occupa di pubblicità con 80 dipendenti e l'ho fondata da solo. Mi sono sposato con Gisella, la nostra compagna di classe, quella su cui hai sbavato per cinque anni, credevi che non me ne fossi accorto? Mi ha detto lei che sei sparito anche da facebook, che eravate amici.
Ma dimmi, come sei finito a fare il barista?»
«Non credo che siano cazzi tuoi.»
«Hey ragazzo non è così che si parla a un cliente, io vengo qui ogni giorno, considerando il fatto che non ti ho mai visto credo che tu, qui, abbia appena cominciato a lavorarci.
Tu, il genio, quello col futuro spianato sei qui a servire caffè mentre io sono qui per chiudere un contratto con la multinazionale che gestisce questa catena di bar e ristoranti, la più grossa catena di locali al mondo: ho appuntamento con il presidente della compagnia e tutto il consiglio di amministrazione, se dico al proprietario di licenziarti hai finito di lavorare qui.»
«Fai quello che vuoi, non sono comunque cazzi tuoi.»
«Questo lo vedremo. Intanto fammi un caffè ragazzo.»
«Ecco il tuo caffè.»
«Almeno una cosa la sai fare bene… dai sarò buono, non dirò nulla al tuo capo, anche perché preferisco vederti qui ogni giorno a sgobbare per uno stipendio da fame. Il caffè ogni giorno mi sembrerà ancora migliore.»
«Fai quel cazzo che ti pare, ma dimmi invece, come mai sei diventato così pallido?»
«Sì, non mi sento molto bene.»
«Stai male? Hai dei crampi allo stomaco? »
«Sì… come fai a saperlo?»
«Potrei dirti che è perché ho notato che ti sei chiuso come una cozza tenendoti la pancia, ma credo che in realtà sia perché ti ho versato io del lassativo nel caffè. L’ho preso in America, è 10 volte più potente del guttalax che mi davi tu a scuola, lo usano per far dimagrire quelli che pesano più di 300 chili, funziona come uno sturalavandini, consigliano di prenderlo direttamente in bagno perché agisce entro pochissimi minuti.
Tra poco dovresti, se mi permetti il gioco di parole, essere nella merda e, per inciso, te ne ho messa una dose da cavallo.»
«Testa di cazzo stai scherzando? Ho il meeting più importante della mia vita e tu mi dai un lassativo?»
«Sì, e mi duole avvisarti che tutti i bagni del locale sono fuori servizio… è sudore freddo quello che vedo sulla tua fronte?»
«Io ti ammazzo!»
«Non ora però, hai da fare: se non erro quello che sta arrivando alle tue spalle è il proprietario del locale con tutto il consiglio di amministrazione, sei pronto per il meeting?»
«Salve signor Beghelli, come sta?»
«Non benissimo, il suo barista…»
«Il Dottor Saccardo? Non è il mio barista, è il presidente della nostra multinazionale. Non ci crederà ma quando ha scoperto che era lei il titolare dell'agenzia mi ha detto che eravate compagni di classe alle superiori e che voleva farle una sorpresa.»
«Presidente? Sorpresa?»
«Sì, si è finto barista, voleva vedere se l’avrebbe riconosciuto e sa anche cosa mi ha fatto fare? »
«No, mi dica…»
«Ha anche contattato tutti i vostri ex compagni di classe compresa sua moglie perché voleva che fossero tutti presenti a questa carrambata, eccoli che stanno entrando, sorpresaaaaa.»
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