Stile: Erasmus (feat. “Il coinquilino di merda”)

Ingredienti:

Moretti da 66cl

Procedimento:

Samantha è stata la mia coinquilina spagnola fino a poche ore fa.
Era strana in maniera che non saprei descrivere (e studio lettere… dovrei saperci fare con le parole): diciamo che era parsimoniosa, poco igienista e ingenua. Il tutto all'eccesso.
Per capire il “parsimoniosa”: spesso la vedevo andare sul pianerottolo, chiamare l’ascensore, aspettare che aprisse le porte e poi tornava in stanza. Non aveva uno specchio suo e aveva ben pensato, invece di comprarselo, di usare quello dell’ascensore. Questo, beninteso, in qualsiasi condizione fosse: vestita, in accappatoio, per truccarsi la mattina, nuda la sera per vedere se aveva messo su pancia….
Sul poco igienista/ingenua basti dire che, dopo 5 mesi di convivenza, un giorno entrò nella mia stanza e candidamente mi chiese: «Ma aiutami a ricordare: il tuo spazzolino è quello blu o quello verde?». Panico. Da quel giorno mi sono portata il mio spazzolino in stanza ogni sera…parevo Gollum “Il mio tesssssoro!”
Per i motivi di cui sopra quando era il suo turno di pulire casa aveva le seguenti regole ferree:

  • i vetri non si lavano: tanto basta un bel temporale e passa tutto!
  • il frigo non necessita di pulizia: il freddo uccide i microbi!
  • le superfici verticali, in quanto verticali, fanno cadere lo sporco quindi non vanno lavate (in bagno passava l’aspirapolvere e basta per capirci)

A proposito del bagno: come tanti, anche lei non riusciva a liberarsi se non era a casa sua. E fin qui ok direte. Ma per lei non doveva esserci NESSUNO a casa quando lei si “scaricava”. Per cui se io ero in casa, ero “gentilmente invitata” ad uscire in quei momenti (che ci fosse una pandemia mondiale in corso e magari piovesse a dirotto? Dettagli per lei).
È partita oggi per tornare a Madrid. L’ho aiutata a fare le valigie. Le passo dei sacchetti e uno è particolarmente leggero: ci guardo dentro e vedo lo scopino del cesso!?
La guardo perplessa al che lei, seria, risponde: “Lucia, l’avevo comprato io: è mio”.
Ineccepibile in effetti.

Uscendo mi ha salutato dicendo che quello che c’è in frigo (ovvero quello che non è riuscita a portarsi dietro) è tutto mio. Ah la generosità…

Chiudo la porta. Apro il frigo e non c’è nulla che non sia già mio. Sto per chiudere l’anta quando vedo una bottiglia di Moretti da 66cl dimenticata lì che mi sorride.

L’ho presa e ho letto sull'etichetta, sotto il tappo, “Da consumarsi preferibilmente in BUONA COMPAGNIA”.

L’ho aperta e me la sto godendo ora, nel silenzio, da sola sul divano: in ottima compagnia. Finalmente!!

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